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  Visita alla Chiesa di Santa Marta

4 maggio 2013

La chiesa di Santa Marta fu edificata nel 1535 secondo la tipologia a tre navate  propria delle chiese monastiche femminili, caratterizzate da un coro superiore poggiante sui due primi pilastri della navata.



Fra il XVII e il XVIII secolo tutta la chiesa fu decorata con pitture e ornati, divenendo luogo di incontro dei migliori pittori attivi a Genova: vi si possono ammirare infatti opere di  ,Francesco Campora    G.B. Carlone, Valerio Castello,  Lorenzo De Ferrari,  Domenico Piola, Paolo Gerolamo Piola e Domenico Parodi.

Ci ritroviamo alle 15 all'uscita della stazione della metropolitana di De Ferrari

Poco dopo ci avviamo, prima della visita, la bravissima Nuccia ci fa osservare con attenzione le particolarità della facciata e la posizione insolita delle finestre, scopriremo più tardi il perchè...

Entriamo e restiamo stupiti dalla bellezza e dalla ricchezza della decorazione della Chiesa!



Nuccia si sofferma sulla descrizione dello stupendo quadro di Francesco Campora(*) (1693-1753) che rappresenta  La vergine Immacolata con i Santi Francesco di Sales e Vincenzo Ferrer.



(*) [dello stesso autore ricordiamo due quadri raffiguranti S. Stefano e S. Benedetto, la Trinità e la Vergine nell'Abbazia del Boschetto]

Al vertice della composizione c'è l'Immacolata con la luna sotto i piedi e una corona si stelle. Il suo tallone calpesta il serpente con la testa di lupo e la mela in bocca. Alcuni angeli reggono simboli mariani: il giglio, lo specchio, la stella, la rosa.

In basso notiamo una figure informe simile a un diavoletto che rappresenta l'eresia, i due Santi hanno combattuto l'eresia.

In basso a sinistra San Francesco di Sales le cui mani ci invitano quasi a essere presenti nel quadro. 

A destra San Vincenzo Ferrer indica  un cappello ai suoi piedi (segno del rifiuto del cardinalato).

Nuccia ci fa osservare il particolare coro superiore poggiante sui due primi pilastri della navata dove si radunavano le monache.

Il coro prende luce dai due finestroni superiori.

Ecco spiegato il perché di questa particolarità che avevamo notato al'inizio della visita!!!

La nostra visita della chiesa è cominciata dal quadro del Campora, perchè per noi è importante osservare un'opera di questo pittore molto bravo anche se meno conosciuto. Però il percorso può seguire il racconto della storia della salvezza...

Cominciamo così dalla parete destra della navata centrale, dove Domenico Gerolamo Piola dipinge i profeti del'Antico Testamento. Uno di questi svolge un rotolo su cui è scritto "Ex Te Mihi Egredietur Qui Sit Dominator in Israeli; Mic 5", la profezia con cui Michea indicava in Betlemme il luogo di nascita del Messia.​

Ai Profeti rispondono, sulla parete opposta, le Sibille, profetesse pagane i cui oracoli furono spesso interpretati come premonizioni dell'avvento del Messia.

La sibilla Cumana, qui ritratta, indica una lapide su cui sono scolpite le prime parole "Tunc ad Mortales Veniet "  del suo oracolo, che profetizzava l'incarnazione del Figlio del Padre Onnipotente in vesti umane.

Vittorio Castello (1624-1659),  sulla volta della navata centrale, affresca una bellissima Annunciazione.



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Sempre sulla volta della navata centrale, Domenico Piola (1627-1703) prosegue il racconto dipingendo la Natività.

Apriamo ora un nuovo capitolo della storia della salvezza, quello della diffusione della Buona Novella.



Sulla volta del presbiterio G.B. Carbone (1603-1680) effigia i Quattro Evangelisti

San Marco

​San Luca (troppo vicino alla luce non ho potuto fotografarlo, questa è una immagine della Guida)



San Matteo

 

San Giovanni

E , finalmente, la promessa della salvezza giunge  al compimento con la fondazione e la diffusione della Chiesa.

Artefici di tutto questo sono i santi Pietro e Paolo le cui immagini le troviamo in due affreschi monocromatici  vicino al portale della chiesa.

San Paolo, ha come simbolo la spada

San Pietro stringe con la mano destra le chiavi del Regno e con la sinistra regge il libro dei  Vangeli

Ma il "racconto" della salvezza non termina qui. Esso prosegue rivolgendosi alle monache benedettine del convento che era annesso alla chiesa.

Alzando gli occhi verso la volta del presbiterio esse potevano contemplare l'esempio di S. Benedetto in tre affreschi di G.B. Carlone, che raffigurano tre episodi della sua vita

Il quadro centrale rappresenta S. Benedetto che accoglie i due fanciulli Mauro e Placido

Nel riquadro a sinistra    Lo scudiero Riggone si presenta a San Benedetto.

Carlone raffigura Benedetto che svela l'inganno, Riggo precipitato a terra e la scorta sgomenta​

Nel semicerchio laterale destro Totila al cospetto di San Benedetto.

L'affresco ci mostra Totila genuflesso e Benedetto cho lo invita ad alzarsi.

Dopo S. Benedetto altre grandi figure del monachesimo sono proposte alla contemplazione delle monache.

Nelle pareti del presbiterio quattro nicchie ospitano le statue

(bottega del Carlone o di T. Orsolino) di altrettanti Santi.

Il filo del racconto torna adesso nelle mani di Paolo Gerolamo Piola con due affreschi che ci permettono di incontrare la santa titolare della chiesa.

Sulla parete in capo alla navata sinistra, il pittore raffigura "Cristo in casa di Marta e Maddalena"

Nella parete di fondo della navata destra, dello stesso autore, ammiriamo  

"Marta invoca la resurrezione di Lazzaro"

La promessa della salvezza trova il suo compimento nel premio eterno esaltato dalla Gloria di san Benedetto, sempre del Piola, affrescata sotto il coro delle monache.

Dall'alto delle volte scendiamo verso le navate...



La prima tela della navata destra, opera di Carlo Giuseppe Ratti (1786) rappresenta San Francesco di Sales.

​Nel rotolo retto dall'angelo in basso, sta scritto "Deriventur fontes tui foras et in plateis aquas tua divide" frase dei Proverbi 5, 16 (perchè le tue sorgenti non scorrano al di fuori, i tuoi ruscelli nelle pubbliche piazze). Alcuni libri sul tavolo alludono all'attività letteraria del santo.​



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Proseguendo troviamo La Vergine del Rosario con San Giuseppe e San Francesco di Domenico Fiasella.

La navata sinistra inizia con La Vergine con San Giovanni Battista e San Mauro di Domenico Fiasella.

San Giovanni Battista indica una scena alla sua sinistra, un vero e proprio dipinto nel dipinto, ingrandendone il dettaglio vediamo che si tratta dela Presentazione della Vergine al Tempio tratto dai vangeli apocrifi.

Prima di terminare la visita, ammiriamo la  Sala Capitolare,  già aula di lettura della Biblioteca Franzoniana,  affrescata da Giacomo Boni,  con la stupenda Ascensione di Cristo.

La nostra visita ala chiesa volge al termine, che dire.... come sempre un grazie di cuore alla nostra bravissima guida, che ci ha fatto apprezzare di più i capolavori contenuti in questo  piccolo scrigno, ormai quasi completamente soffocato dal fervore urbanistico cittadino.

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Una chiesa seminascosta ma collocata in una posizione centralissima - tra Piazza Corvetto e Via Roma - che però l' ottanta per cento dei genovesi nemmeno conosce nonostante sia un campionario di storia dell' arte genovese​!

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Torniamo a casa con negli occhi le meraviglie dell'arte...  

alla prossima amici!!!

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